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Gay & Bisex

La mia prima volta


di carlopassivo
05.02.2020    |    3.330    |    16 9.5
"Intanto non riuscivo a prenderlo tutto in bocca era troppo grosso, mi stavo strozzando..."
Era un lunedì del mese di luglio, avevo 13 anni e faceva caldo, all'improvviso squillò il telefono di casa mi sentii chiamare, era mio zio. Andai al telefono era zio Michele che mi chiese se volevo andare a mare con lui, era solo, perché i miei due cugini, più grande di me 18 e 20 anni, erano impegnati mentre mia zia doveva uscire per andare a trovare una sua amica che non stava bene. Gli risposi immediatamente di si, avevo tanta voglia di uscire e fare qualcosa di diverso. Erano le 9.00 quando giunse sotto casa, ero contento scesi subito e mi infilai nella sua macchina, ci mise solo 40 minuti per arrivare alla sua casa del mare sul litorale domiziano. Entrammo in casa, lui subito si sistemò le cose i panini per il pranzo e decidemmo di scendere al mare. Mio zio era un uomo alto, il classico muratore abbronzato spalle large, scuro, cosce muscolose e abbastanza villoso, aveva quel giorno il costume a slip, mentre io avevo addosso solo una maglietta lunga che mi arrivava ai fianchi e un costume boxer lungo. Avendo la pelle molto bianca e depilata ero costretto a stare sempre all'ombra, mi piaceva leggere molto al mare, ma quella mattina era attirato dal costume di mio zio di un rosso acceso, io stavo seduto sulla sabbia con un libro tra le mani quando notai che mio zio era tutto preso dalla visione di due signore molto provocanti, all'improvviso vidi che sul suo costume si era abbastanza gonfiato, era eccitato e la cosa mi incuriosiva al punto che si accorse che gli stavo fissando il pacco. Alle 13.00 mi chiese di salire con lui per andare a casa e mangiare. Ci mettemmo a tavola, quando cominciò a farmi delle domande strane del tipo: " Hai una ragazzina che ti piace?", " Sei fidanzato?". Ovviamente le mie risposte era sempre negative, quando all'improvviso mi chiese una cortesia di raccogliere le briciole del panino cadute per terra vicino ai suoi piedi. Mi disse che aveva un dolore alla schiena e non poteva piegarsi. Mi alzai dal divano e mi piegai davanti a lui per raccogliere le briciole, quando mi chiese di pulirgli anche il costume. Ero imbarazzato, con le mani, non so il motivo invece di raccogliere le briciole cominciai a massaggiare il pacco. Sentii subito qualcosa di duro e mentre gli massaggiavo il pacco, lui con un tono rude mi disse " lo sapevo siii una puttana nata e ora cacciami il cazzo fuori e fammi vedere se sei bravo anche con la bocca". A quelle parole mi fermai, era interdetto. Nella mia indecisione su cosa fare, mio zio mi prese per testa e mi disse, con un tono abbastanza infastidito " Apri quella cazzo di bocca e prendilo dentro". Così feci, ma mentre gli leccavo la cappella mi resi conto che mi piaceva, era grosso e largo. Mentre comincia a leccargli le palle sotto la sua guida, lui mi disse " Dai continua ora ad andare su e giù con la bocca cerca di prenderlo tutto, sai dopo devo lavorare io". Bhee solo dopo pochi minuti ho capito cosa intendesse dire con quelle parole. Intanto non riuscivo a prenderlo tutto in bocca era troppo grosso, mi stavo strozzando. Dopo poco lui mi disse di andare nella camera da letto e di farmi trovare con il culo a pecora, perché toccava a lui, e così feci mentre lui si recò in cucina a prendere dell'olio, non avevo idea a cosa servisse. Arrivò subito le prese e mi allargò subito le natiche e con le sue possenti mani me le stringeva mentre mi leccava il buco, dopo con le dita cominciò a lubrificarmi il buco, io ero sconvolto mi piaceva un sacco. Lui resosi conto del mio piacere mi disse " Senti dimmi se hai preso già cazzi nel culo, così non perdo tempo". Io gli risposi che non avevo mai preso un cazzo e lui mi disse " Va bhee tocca a me quindi a spaccarti il culo per la prima volta?". Mi sembra ancora di sentire le sue parole. E continuava a mettermi le dita dentro e a dirti " Ora ti faccio un po' male ma durerà solo per poco mentre non ti apro poi ti piacerà". E così fu, tolse le dita e cominciò a lavorare con il suo cazzo, aveva difficoltà, tanto che mi disse " Perché tocca proprio a me aprirti, devo pure perdere tempo per una chiavata". Intanto sentivo sempre più dolore ma a lui non gli importava nulla, era troppo eccitato quando l'improvviso mi sentii il cazzo tutto dentro, gridai da dolore mentre lui rideva e mi ripeteva " Dai stai ferma, puoi gridare quanto vuoi siamo soli, non preoccuparti è solo la prima volta poi non soffrirai più anche perché già ho l'idee ben chiare di come ti devo usare". Mi dava botte violente r forte, tanto e cominciai a piangere fino a quando non sentii del liquido caldo scendere dal mio buco. Dopo si alzò e mi ordinò di pulirmi, era tutto finito. Rimasi in silenzio mentre Lui continuava a dirmi da questo momento farai tutto quello che dico. Mentre lui parlava pensavo al dolore ma anche alla sensazione di piacere. Finiva così quella giornata. Ma era l'inizio di molte altre dove al dolore immediatamente prese posto il piacere.
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